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La chiesa della Santissima Trinità La chiesa della Santissima Trinità, iniziata nel 1592 e terminata nel giro di pochi anni, divenuta parrocchiale si rivelò di dimensioni troppo anguste per una popolazione che si doveva aggirare intorno alle 1500 anime e probabilmente di aspetto troppo semplice e modesto rispetto al nuovo ruolo. Il canonico Boriani afferma “che nel 1640 il parroco Federico Boffini unitamente alla confraternita si determinarono di allargarlo, come difatti lì 28 luglio fu benedetta la prima pietra ed il principe Scipione Gonzaga la pose nelle fondamenta. Sotto il giorno 13 aprile 1644, domenica seconda di Pasqua, l’arciprete Vespasiano Antegnati benedì l’altar maggiore”. In seguito, soprattutto nel Settecento, fu arricchita all’interno con decorazioni a stucco, quadri, statue. reliquie, paramenti e altri arredi. Passò quasi un secolo dall’edificazione alla consacrazione della chiesa. La cerimonia officiata dal vescovo di Cremona Alessandro Litta avvenne domenica 29 settembre 1737, come ricorda la lapide posta sotto la cantoria dell’organo. La facciata della chiesa, nell’impianto generale e nella tipologia di alcuni elementi architettonici, quali la serliana, sembra riproporre gli schemi di modelli architettonici tardo cinquecenteschi quali la omonima chiesa gesuitica di Mantova. Le facciate delle due chiese appaiono nettamente scandite a metà da un cornicione aggettante che divide il corpo inferiore, in cui si apre al centro l’unica porta d’ingresso, da quello superiore sormontato da un frontone. Un doppio ordine di lesene definisce meglio le due parti, inquadrando e separando il portale e la finestratura superiore dalle quattro nicchie laterali. Il bel portale centrale è elemento architettonico che dà una oggettiva e spiccata connotazione alla facciata,soprattutto nel fastigio centrale del frontone semicircolare spezzato. L’interno della chiesa, conformato sui più tradizionali canoni dell’architettura religiosa tardo-cinquecentesca, è costituito da un’unica aula delimitata da due file di cappelle, cinque per lato; la sovrastante volta è divisa in cinque campate. Gran parte degli apparati delle cappelle risalgono a epoca settecentesca. Oltre ai pregevoli manufatti delle cantorie e dell’organo, che al pari di quinte occupano le ultime due cappelle di destra e di sinistra. Il presbiterio, preceduto da una bassa balaustra marmorea di epoca settecentesca, appare poco più stretto della navata. L’estrema sobrietà e quasi povertà architettonica del presbiterio è compensata dal ricco altare settecentesco, costituito da una mensa reggente tre piani sovrapposti a intarsi marmorei e soprattutto dell’imponente cornice dorata della pala centrale che come una grande quinta di fondo sembra costituire il vero punto focale dell’interno della chiesa. La tela incorniciata raffigura la Trinità che incorona la Vergine Maria, Regina di Bozzolo, compiuta espressione iconografica dell’orgoglio campanilistico parrocchiano (alla base del dipinto è rappresentata la città di Bozzolo che gode della protezione della Trinità e di Maria). L’attuale decorazione, in parte offuscata e degradata dal fumo e dal percolamento delle acque meteoriche, risale al 1926 per opera del pittore bozzolese Umberto Barbiani coadiuvato da Benedini. |