Storia Campane di San Pietro
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La torre di san Pietro, costruita nel 1606, come risulta dalle ordinazioni comunali del 1 giugno del medesimo anno, coeva e copia quasi perfetta della torre di san Francesco, con lo zoccolo riquadrato, sormontato dal corpo ottagonale e dalla cuspide, è alta 40.58 metri, escludendo il globo e l’angelo segnavento.
Il 19 giugno 1943, con bolla di requisizione 12.573, rilasciata dalla ditta D’Adda di Crema, venivano requisite la prima e la seconda campana, lasciando la terza in fa diesis, la quarta in sol naturale e la quinta in la naturale sulla torre. Il 10 aprile 1947 la parrocchia chiede di dar seguito al decreto del 21 dicembre 1946 n. 429, con il quale lo Stato si obbliga a rifondere e ricollocare sui campanili, a sue spese, tutte le campane requisite per necessità di guerra. Nell’occasione gli amministratori parrocchiali ritengono di rifondere anche le tre campane scampate alla requisizione. Il preventivo di spesa, per la sola fusione di un concerto di 5 campane, fornito dalla ditta Crespi di Crema, è di 606.235 lire, in cui è dichiarato il peso e la tonalità. In data 15.11.1950 don Primo Mazzolari scrive: ”Dichiaro di ricevere in acconto dall’arciprete sac. Primo Mazzolari pro campane oggi consegnate lire 150.000 (centocinquantamila)”. In un articolo su “La Vita Cattolica” del 19.10.1950 e riproposto sul volume 5 “I Quaderni della Fondazione” don Primo Mazzolari, a pagina 59, Libero Dall’Asta ricorda l’entusiasmo con cui i Bozzolesi hanno accolto le nuove campane che “ rappresentano la tradizione e la storia di Bozzolo, sono il ricordo vivo e dolorante dei nostri Caduti di tante guerre (1848-1945), costituiscono l’invocazione quotidiana alla pace…Al pomeriggio (15 ottobre) poi il nostro venerando e instancabile Arcivescovo, circondato dai cento bambini che poco prima avevano ricevuto la Cresima e dai Bozzolesi, benediceva e consacrava le campane” poste sul piazzale antistante la chiesa.. Dall’anno santo del 1950 il concerto in re bemolle delle campane scandisce la vita religiosa, ma non solo, della nostra comunità, diventa momento di riflessione e raccoglimento, in un periodo ancora lacerato dalle divisioni e miserie della guerra che avvolgono con una cappa plumbea di sospetti e di rancori, ancora non sopiti, ammorbando la ricostruzione delle coscienze. L’elettrificazione delle campane nel 1973 ha interrotto una tradizione che si tramandava da generazioni di sagrestani. La partecipazione al tiro delle funi delle 5 campane, nelle solennità, era scandito dagli ordini precisi e secchi del “Pepo”: “tira Carlo” (Carlo Compagnoni Silveri); tira “Arigo” (Arrigo Perini); “mola Cencio” (Vincenzo Zangrossi); “mola Genio” (Eugenio Pesci) e severi richiami allorché non rispettavano i tempi. Arrigo prima di iniziare a suonare baciava sempre la fune (quando si dice devozione popolare!). La mattina, subito dopo l’Ave Maria, “al Pepo” per san Pietro e “Fredo” per la Trinità s’improvvisavano meteorologi, segnalando con un rintocco il bel tempo, con due rintocchi il cielo nuvoloso, con tre rintocchi la pioggia e con quattro la neve. La morte di una persona, “l’agonia”, era immediatamente segnalata alla comunità con 12, 15, 18 rintocchi, se trattavasi di una donna; 15, 18, 21 se uomo. Per la morte di un bambino si suonava la ducale. In dies Domini non si suonava mai il segno da morto se non dopo il vespro. Dal giorno dei morti a Natale si celebrava quotidianamente l’ufficio funebre alle ore 6 del mattino. Il “Pepo” e qualche componente la sua famiglia si alzava alle ore 4.30 a suonare il primo segno; alle ore 5 il secondo; il terzo alle ore 5.30, i “bott” alle ore 5.45, infine “al dinden” 5 minuti prima delle funzioni. La sesta campana, vulgari dicto “dinden”, era suonata esclusivamente per le messe celebrate dall’arciprete; ”arsipret” per i marturei, ”arcipret” per i tanclen. Ancor oggi rimane la tradizione di suonare, durante il funerale, il transito, tragitto che dall’abitazione porta alla chiesa, con la 3a campana; il defunto, arrivato sul piazzale della chiesa, è accolto da 12 rintocchi. Al termine del rito funebre il defunto è accompagnato al cimitero dal rintocco, a ogni minuto, del campanone per circa 15 minuti. Su tutte le 5 campane sono raffigurati i santi cui sono dedicate e menzionati i reggenti delle relative comunità: PONTIFEX MAXIMUS PIUS XIIIOANNES CAZZANI ARCHIEPISCOPUS – EPISCOPUS CREMONENSIS PAULUS ROTA EPISCOPUS – ADIUTOR PRIMUS MAZZOLARI ARCHIPRESBITER – PREPOSITUS HERNESTUS ZANOTTI VICARIUS ADIUTOR HEGYSTUS BORSELLA VICARIUS COOPERATOR COMMUNITAS BOZULI La prima campana in re bemolle, posta nella monofora a ovest, con un diametro di 1.345 mm e un peso di 1.370 kg, è dedicata agli apostoli Pietro e Paolo, a sant’Agostino e san Restituto. Inoltre c’è inciso: LAUDO DEUM VERUM ET ADMIRABILEM IN SANCTIS SUIS – MORTUOS PLANGO – GLORIAM AETERNAM MARTIRIBUS PATRIAE ET PACEM GENTIBUS PLORO (Lodo Dio vero e ammirabile tra i suoi santi. Piango i morti. Imploro la gloria eterna per i martiri della patria e la pace a tutti). BOZZOLOS. PIETRO 1950 CADUTI IN GUERRA 1915-1918 Anghinoni Giuseppe - Milanesi Gaetano - Compagnoni Francesco Antollini Paolo - Monici Francesco - Donini Giovanni Aporti Giovanni - Morosini Andrea - Mantovani Francesco Bacchi Pietro - Nardi Federico - Mucchetti Salvatore Barbiani Antonio - Orlandoni Orlando - Nardi Ernesto Bertoni Giuseppe - Pedroni Andrea - Pasotelli Francesco Bettoni Onorato - Perini Antonio - Paganini Anacleto Bignamini Mario - Raschi Pietro - Pederzani Andrea Bini Carlo - Rebizzi Renato - Perini Paolo Bonoldi Carlo - Rosa Giovanni - Rebizzi Armanno Bonoldi Jago - Rotelli Giovanni - Rotelli Pietro Boschi Noè - Sabbadini Luigi - Saviola Renzo Busi Luigi - Spontoni Pietro - Tenedini Antonio Compagnoni Giuseppe - Tenedini Giulio - Bernocchi Scipio Compagnoni Luigi - Vallari Ennio - Bondioli Giuseppe Crema Antonio - Vezzoni Amedeo - Broffoni Achille Dall’Acqua Antonio - Vezzoni Mario - Caix Giovanni Dieci Amleto - Vighi Andrea - Cozzani Eugenio Gandolfi Luigi - Vighini Giuseppe - Ferrari Luigi Gobbi Costantino - Zani Angelo - Gatti Sanlio Griffini Alcibiade - Aporti Amedeo - Germiniasi Adamo Lana Giacinto - Barbieri Giuseppe - Pallavicini Costante Lendoro Lodovico - Boschi Giulio - Rongoni Pietro Madona Giuseppe - Capelli Libero - Spontoni Francesco Massa Angelo - Cirelli Pietro - Tonini Clemente La seconda campana in mi bemolle, posta nella monofora rivolta a est, con un diametro di 1.190 mm e un peso di 970 kg, è dedicata alla Madonna del rosario, a san Giuseppe, san Francesco d’Assisi e al beato Damiano da Bozzolo. Attorno è inciso: DEI MATREM LAUDO – DEI GENITRICIS SPONSUM ONORO – FAMILIAM LAETIFICO – FULGORA FRANGO. (Lodo la Madre di Dio. Venero lo sposo della Madre di Dio. Rallegro la famiglia. Spezzo i lampi). BOZZOLO S. PIETRO1950 CADUTI IN GUERRA 1940 – 1945 Baldocchi Mario - Mantovani Mario Barbieri Antonio - Monfrini Virgilio Beccari Aldo - Nardi Carlo Bonoldi Antonio - Nazzari Angelo Cirelli Eugenio - Poli Renzo Cirelli Luigi - Segrè Arturo Cozzani Fortunato - Severi Lino Compagnoni Mario - Subelli Carlo Dadda Gaetano - Vecchi Vasco Manfredini Edoardo - Zatta Vittorio Germiniasi Giuseppe - Consiglio Manlio Maffezzoni Primo - Urielli Pietro La terza campana in fa naturale, posta nella bifora a sud, con un diametro di 1.070 mm e un peso di 680 kg, è dedicata ai santi Nicola di Tolentino, Antonio abate, Luigi Gonzaga e Gaetano da Thiene. Erroneamente la fonderia ha effigiato san Nicola di Bari al posto di san Nicola di Tolentino, compatrono di Bozzolo. Attorno è inciso: VIVOS VOCO – FESTA DECORO – JUVENTUTEM COLLIGO – CONGREGO CLERUM. (Chiamo i vivi. Onoro le festività. Raduno i giovani. Riunisco il clero). BOZZOLO S. PIETRO1950 GUERRA D’INDIPENDENZA 1848 – 1859 Anghinoni Giovanni - Antollini Giovanni - Valcarenghi Carlo CAMPAGNA DI LIBIA 1911 – 1912 Compagnoni Angelo - Mozzi Fioravante GUERRA DI LIBERAZIONE 1943 – 1945 Accorsi Pompeo - Arini Sergio - Bonoldi Giuseppe - Valzania Arturo La quarta campana in sol bemolle, posta nella bifora a nord, con un diametro di 1.010 mm e un peso di 576 kg, è dedicata alle sante Lucia, Agnese, Agata e Apollonia, che sono iconograficamente rappresentate nella pala della seconda cappella di destra. Attorno è inciso: PESTEM FUGO – A FAME LIBERO – BELLUM REPELLO – AD POENITENTIAM VOCO – VIRTUTEM CANO Scaccio la peste. Libero dalla fame. Respingo la guerra. Chiamo alla penitenza. Canto la virtù. La quinta campana in la bemolle, posta nella bifora a nord, con un diametro di 900 mm e un peso di 410 kg, è dedicata a santa Crocifissa di Rosa, alle sante Capitanio e Gerosa, a san Giovanni Bosco. Attorno è inciso: AD PRECEM VOCO – INNOCENTIAM LAUDO – PUEROS LAETIFICO – SENECTUTEM VIVIFICO – INFIRMIS SOLATIUM DONO (Chiamo alla preghiera. Lodo l’innocenza. Rallegro i fanciulli. Rendo felice la vecchiaia. Offro conforto agli ammalati). Un chiaro omaggio alle comunità religiose allora presenti con il loro carisma: le suore di Maria Bambina gestivano la scuola elementare e l’orfanatrofio; le ancelle della carità assistevano gli ammalati dell’ospedale e gli anziani del ricovero. |